Non so ipotizzare cosa abbiano in testa i "dirigenti" delle forze politiche legnaghesi, in vista del prossimo mandato amministrativo.
Anche se si votasse alla scadenza naturale, cioè nel 2019, occorrerebbe pianificare fin d'ora alleanze e programmi.
In primo luogo, per contrastare efficacemente la crisi culturale, economica e identitaria , per ridare un orizzonte di sviluppo, per contrastare l'invecchiamento della popolazione il progetto complessivo
dovrebbe scaturire dal confronto tra tutte le forze vive della nostra città e del territorio.
Serve un dibattito aperto, scevro da orpelli e barriere precostituite, all'altezza delle aspettative della nostra gente.
Niente , dunque, può essere lasciato all'improvvisazione.
Per di più, il quadro politico attuale è talmente frammentato e diviso che appare assai problematica persino la costituzione di alleanze nel solco tradizionale centrosinistra-centrodestra.
Soffre la Lega, spartita in due; il resto della destra si guarda in cagnesco.
Il partito democratico, novello conte Ugolino, ha fagocitato le liste civiche di sostegno e coltiva disegni di autosufficienza. Quasi una allucinazione, specialmente se l'attuale sindaco mantenesse il proposito di non ricandidarsi( il duca di Mantova, nel Rigoletto, qualcosa insegna).
La sinistra è in sala parto.
L'orizzonte è fosco.
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