mercoledì 9 agosto 2017

fratture e (impossibili) ricomposizioni

L'attività politica ha qualche risvolto intimistico, qualche venatura psicologica; la pratica quotidiana relega in secondo piano questi aspetti, facendo prevalere il crudo confronto. Tuttavia alcuni occasionali frequentatori del mondo della politica non distinguono, pur avvertiti, tra sentimento e razionalità.
Si pensi, per esempio, alle fratture che hanno portato partiti strutturati   a dolorose scissioni; solo quella di Livorno del lontano 1921  ha registrato un successo. Ma in nessun caso, a mia memoria, si è verificata una ricomposizione politica e organizzativa.
In termini espliciti, il tanto discusso rapporto tra Mdp e il pd è fuorviante; il partito di Renzi non sarà redento, quello che nascerà dalla scissione sarà un suo competitore, almeno per quella parte di elettorato che guarda a sinistra. Ed è più probabile che le strade divergano.
La medesima sorte , forse anche più marcatamente, faranno le "separazioni" localistiche.
Perché in questi casi , quasi sempre, prevalgono le avversioni e le rivalità personali oltre che le divergenze programmatiche e politiche.
Sfido gli avventori legnaghesi a credere che , tanto per restare nel vago, i fuoriusciti dal pd di Legnago o i più accaniti rappresentanti di Uniti per Legnago (fidando che sopravvivano) , possano reiterare accordi, celebrare primarie , aspirare ad avere pari dignità con il partito renzista.
Se lo credono rientrano, senza alcun dubbio, nella categoria dei romantici sognatori.
O dei grulli.

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