I riformisti , come le cimici, sono dappertutto.
Si vantano di essere gli alfieri del futuro, del progresso senza avventure( ricordate il motto democristiano?) dei cambiamenti necessari.
Però, dovrebbero spiegare per quale arcana ragione il "loro progresso" dipenda dalla sistematica, pervicace contrazione, se non dell'annullamento , dei diritti dei lavoratori, conquistati con decenni di lotte.
Il contratto di lavoro non sarebbe più il risultato di una contrattazione tra parti, quanto la "concessione" di una di queste, quella pudicamente definita datoriale, in base a valutazioni unilaterali se non addirittura arbitrarie. Si confida, secondo questa visone proto riformistica , nel buon senso degli imprenditori, nota categoria filantropica.
La marcia indietro dell'avvenire.
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