Sembra che cambiare nome al partito, sia la soluzione per ogni problema politico-programmatico.
Il dibattito investe destra e sinistra; i centristi , imboscati ovunque, avevano già tentato questa via e il risultato fu che avevano più appellativi che voti.
Il partito democratico cerca di farsi dimenticare; o di cancellare i suoi errori ripresentandosi sotto mentite spoglie.
Per quanto i "democratici"possano trovare un nuovo nome , i nodi continueranno ad essere la natura, la collocazione, le idee e i programmi, la credibilità dei suoi leader. ( per mio conto, le tute blu che animavano fabbriche e laboratori, botteghe e opifici, capannoni e cantieri, evocano un mondo transeunte. I lavoratori, gli sfruttati, no).
La scelta della Lega, invece, è legata al contingente; la sua identità è ben ancorata a destra. Deve trovare una veste nuova per motivi di sopravvivenza finanziaria e per inglobare l'intero centrodestra, da nord a sud. In fondo, il partito unico è il sogno dell'ultimo quarto di secolo di finti progressisti e veri reazionari.
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