Per i parlamentari veronesi, è una vitaccia.
Dagli antichi onori alla dura legge dei porta consensi - per distinguerli dai portaborse- per sognare di mantenere il posto al prossimo giro.
Accantonate le proprie convinzioni ideali, arrancano da una corrente all'altra; saltellano, ranocchi tremebondi, tra un capocorrente in declino a quello in ascesa; dislocano i seguaci inconsapevoli tra disparate mozioni congressuali.
Ammesso che , sudati ed esausti, trovino un posto in lista, dovranno fare i conti con una legge elettorale ancora avvolta nel mistero.
La loro fatica e la dignità potrebbero infrangersi contro un muro proporzionalista, senza premio di maggioranza, o annegare in un collegio elettorale larghissimo e irraggiungibile.
Pazienza.
Si può vivere senza un seggio; e la dignità è un fardello privo di valore.
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