mercoledì 22 giugno 2016

Bassanini , il fallimento delle buone intenzioni

da non crederci, anch'io ho sbagliato.
Avevo visto con favore la legge Bassanini come contrasto alla dilagante corruzione nella Pubblica amministrazione; introduceva la separazione tra la funzione amministrativa da quella politica che, sostanzialmente, si limitava a determinare l'indirizzo.
A distanza di quasi vent'anni, devo ricredermi.
La corruzione e le cattive pratiche sono aumentate e i politici, oltre ad essere disarmati, portano la responsabilità della situazione. Per di più, non hanno mai goduto di peggior fama d'oggi.
Non immeritatamente, sia chiaro.
Ma almeno possono pagarne le conseguenze penali e politiche; sono additati al pubblico ludibrio, e definiti impresentabili.
Invece, la pletora dirigenziale, le mezze maniche nascoste sotto pile di faldoni ottocenteschi, gli ineffabili passacarte imperversano, intrallazzano, malversano.
Non tutti, s'intende, ma il sistema che da quelle norme è uscito, è vischioso e deresponsabilizzante.
Meglio sapere nome e cognome di chi ruba, per non trovarlo in qualche lista.
Per quanto lo si cerchi, non c'è un sistema migliore del controllo esercitato dai politici che rispondano ai loro elettori.
Sempre gli elettori non rinuncino ad esercitare il loro coercitivo potere.

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