La fusione tra Legnago e Angiari, nella sua genesi e nel suo epilogo,è paradigmatica.
Si era partiti da una scelta strategica: mettere insieme i punti forza dei comuni del nostro territorio per contrastare il declino economico e difendere la qualità dei servizi.Dopo dieci e passa anni di contrazione della spesa pubblica , sia per gli enti locali che per la sanità, si rendeva necessario , da parte dei sindaci, armarsi di coraggio ed inventiva per svolgere un compito essenziale e difficile.
Il prerequisito era proprio la capacità e la consapevolezza dei primi cittadini di questa scelta strategica.
Il comune di Legnago non poteva che essere il promotore, senza alcuna pretesa di superiorità, per la consistenza demografica, per la struttura burocratica, per la condivisione di alcuni servizi e il tessuto economico.
Nessuna tentazione egemonica, niente annessioni ma condivisione e partecipazione alla pari di tutte le comunità. Ognuna con la sua identità e dignità.
Il piano , nonostante l'inadeguatezza del sindaco di Legnago, è ancora l'unica soluzione per invertire la marcia verso la marginalità.
Forse è sufficiente sostituirlo, per salvare capra e cavoli.
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