Non è necessario essere dei politologi - stramba categoria di scienziati di una materia,la politica, che non risponde ad alcun requisito scientifico- per comprendere che siamo ad un punto di svolta.
L'unione europea è una costruzione fragile della quale si sono impadroniti i soci più quotati. Questa asimmetria di fatto provoca insofferenze e scarica sui più deboli i costi maggiori delle crisi sia economiche che sociali.
Dovrebbe essere questa consapevolezza a costringere i soci a introdurre correttivi radicali.Non avendolo fatto, almeno sino ad oggi, hanno favorito la spinta disgregativa.
Nella sbilenca democrazia europea sono previsti anche i sovranisti, mentre il loro progetto la esclude.
Le prossime elezioni potrebbero essere una (moderna) ordalia.
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