sabato 7 gennaio 2017

Pisa e dintorni

Circola per palazzo De Stefani una carta, che pare provenga da una città della Toscana. Incisi su quella carta si trovano divieti, obblighi, impegni, e ogni altro tipo di fioretto, rivolti agli amministratori pubblici e a tutti coloro che hanno la disavventura di frequentarli.
In realtà, il codice penale prevede severe pene per gli amministratori che si rendano colpevoli di reati contro la pubblica amministrazione.
Dunque, al di là del lodevole intento moralizzatore, la Carta non aggiunge nulla alle leggi già in vigore. Inoltre, richiama a un " controllo democratico" che suona molto simile a una forma (mitigata?) di populismo.
Ora, se qualche  amministratore legnaghese infrangesse , in specifiche circostanze,  il codice penale , ad interessarsene sarebbe la magistratura.
L'adozione di un simile " codice etico" aprirebbe un interminabile contenzioso , spesso strumentale e interessato, tra le forze politiche e tra  consiglieri comunali, con effetti opposti a quelli perseguiti. Insomma, si aprirebbe  una vera e propria caccia alle streghe( naturalmente, nulla ostacola coloro i quali volessero aderirvi singolarmente).
Non è un caso che solo qualche decina di comuni , su oltre ottomila, abbiano deciso di adottarlo. Si aggiungano alcune adesioni individuali di consiglieri comunali e provinciali : non si può certo concludere che le altre migliaia non tengano una condotta onesta.
Comportarsi sobriamente e adottare comportamenti trasparenti è , innanzitutto, un dovere.
Infrangere la legge è un reato, anche fuori Pisa.


Nessun commento:

Posta un commento

Post in evidenza

semplicissimo

L'arroccamento è l'unica risposta possibile alla crisi di un movimento che voleva la democrazia diretta. Temono, i suoi rappresentan...