Il mio maestro di Zen sono io.
La via dell'arte senz'arte, non è facile. Zen è <la coscienza quotidiana>, come l'ha definita Matsu(morto nel 780). Questa coscienza quotidiana non è altro che< dormire quando si è stanchi, mangiare quando si ha fame>.
Nel mondo connesso odierno, meditare , formare concetti e riflettere ci rende consapevoli, cioè il contrario di dimenticare se stessi; dunque, mi sono dimesso da maestro.
Un insegnamento, però, l'ho tratto: imparare la giusta attesa.
S'impara staccandosi da se stesso, lasciandosi dietro tanto decisamente se stesso e tutto ciò che è mio, che di me non rimanga che una tensione senza intenzione.
Non sono un maestro zen, ma so aspettare.
Nessun commento:
Posta un commento