Se va così nelle regioni da sempre di sinistra, figuriamoci qui da noi. Ma il Veneto non è per nulla il paradiso. La narrazione che viene propinata sulla efficienza e qualità dei servizi è una vera e propria fanfaluca.
Prendiamo la Sanità.
Esistono certo punti di eccellenza, Padova e Verona tra i primi. Ma se si allarga lo sguardo, il quadro è preoccupante.
La gestione dell'ospedale di Legnago, per non andare tanto lontano, è emblematica della strategia di chi governa la Regione che, se la memoria non mi tradisce, è da sempre di centrodestra, leghista nello specifico.
Impoverito di personale qualificato, di servizi, di strutture e prestazioni, hanno chiuso le liste per ogni tipo d'interventi e visite. Anzi, le hanno congelate. In parole povere, non si accettano prenotazioni. Così hanno escogitato il trucco per limitare le famigerate liste d'attesa: se non accetti la prenotazione non si forma la coda di chi aspetta. Semplice e sicuro.
Quale che sia l'obiettivo di questa gestione della sanità pubblica- orientare verso il privato, favorire assicurazioni individuali o di mera ottica finanziaria- non si può certo definire un modello da copiare. E, una volta tanto, non è colpa di qualche altro.
Nessun commento:
Posta un commento