L' inarrestabile e interminabile fase migratoria mette a nudo il nostro animo.
Il pudore che normalmente permea i più intimi sentimenti, subisce una profonda lacerazione che lascia intravvedere pulsioni inquietanti , reali.
Tutti questi uomini colorati che ci attraversano la strada, suvvia, sono troppi.
Lo pensano in molti, in tantissimi. Ma , prontamente, premettono che non sono razzisti. Già.
Si organizzano ronde, manifestazioni; si innalzano canti e riemergono simboli che pensavamo sepolti.
Croci celtiche, uncinate, fasci littori spuntano da sotto le magliette striminzite di giovani, e giganteggiano sulle pareti dei salotti dei vecchi. In perfetta sintonia col sentire dei tempi, con la xenofobia montante, con l'odio che torna a scaldare i cuori e annebbiare le idee.
Con la granitica certezza di non essere razzisti. Per carità, siamo cristiani!
Siamo ospitali, ma vogliamo selezionare gli ospiti: portiamogli la pizza a casa loro!
Mica siamo razzisti, cribbio!
Nessun commento:
Posta un commento